Primavera 2010 – lungo l’alveo del torrente Arda, in prossimità dell’abitato di Castell’Arquato, sempre grazie all’attenta ricerca di Paolo Umili, sono venuti alla luce parti scheletriche di vertebrati vissuti sulla primitiva pianura padana. La prima scoperta è stata quella di due mandibole di orso a cui hanno fatto seguito diversi altri ritrovamenti, in particolare di resti di rinoceronti.
Il prof. Benedetto Sala, ordinario di paleontologia dell’Università di Ferrara, che ha visitato il sito e visionato i reperti conservati nel Museo geologico ha sottolineato come si tratti di un unicum perché una zona erosiva di poche decine di metri ha restituito resti di vari individui di rinoceronte, di cinghiale, di cervidi, di un bovide e di un orso che testimoniano la presenza di una associazione faunistica articolata le cui specie documentano buona parte dell’associazione a grandi vertebrati di un momento piuttosto antico del Quaternario, probabilmente riferibile alla prima parte del Pleistocene medio.
L’area è costantemente monitorata dal Corpo Forestale dello Stato e dalle guardie del Parco regionale dello Stirone a cui è affidata anche la vigilanza delle aree della Riserva naturale del Piacenziano entro cui ricade la zona dei ritrovamenti.